Con "Strage degli Innocenti" ci si riferisce ad un episodio, raccontato con poche frasi da Matteo nel suo Vangelo (2,1-16), in cui il re della Giudea Erode il Grande, informato dai Magi della nascita di Gesù a Betlemme e deciso ad ucciderlo, ordina a tale scopo il massacro di tutti i bambini della regione. Gesù scampò alla strage in quanto il padre Giuseppe, avvertito in sogno da un angelo, fuggì in Egitto per poi rientrare in Galilea solo dopo la morte di Erode.
Questo avvenimento non ha trovato alcuna conferma storica e pertanto è da considerare una leggenda; tuttavia l'evento, noto come "Strage degli innocenti" o "Massacro degli innocenti", è un tema ricorrente nell'arte ed è stato riprodotto fin dal VI secolo da moltissimi artisti e incisori quali il Maestro del Codex Egberti (X secolo), Giotto (1304-1306), Duccio di Buoninsegna (1308-1311), Beato Angelico (1450), Matteo di Giovanni (1488), Domenico Ghirlandaio (1486-1490), Pieter Bruegel il Vecchio (1565-1567), Cornelis Van Haarlem (1590), Guido Reni (1611-1612), Nicolas Poussin (1628-1629), Peter Paul Rubens (1637).
Caratteristiche comuni di tutte le raffigurazioni sono la moltitudine delle piccole vittime, la crudeltà dei soldati e la disperazione delle madri, mentre il paesaggio di sfondo riflette spesso le ambientazioni e i luoghi familiari ai diversi artisti.

Anche Raffaello lavora a questo tema e produce un cartone per l'arazzo Vaticano e un soggetto per il bulino di Marcantonio Raimondi (Molinella, 1480 ? - Bologna,1534); la composizione della Strage degli Innocenti viene ideata da Raffaello espressamente perchè venisse tradotta in incisione (fig.1).
Raimondi, che lavora abitualmente su soggetti di Raffaello, decide di inserire come sfondo una veduta di ponte Fabricio e la sua scelta cade su quella realizzata solo pochi anni prima dall'Anonimo Escurialense (fig.2), che a sua volta riproduce quella di Giuliano da Sangallo da cui differisce per qualche dettaglio.
Poichè nel soggetto di Raffaello e nell'immagine di sfondo la luce proviene da direzioni opposte, Raimondi rende coerenti le illuminazioni incidendo lo sfondo in modo speculare all'originale; pertanto nella stampa finale la veduta del ponte Fabricio risulta curiosamente invertita.
Raimondi ne realizza due versioni (fig.3 e fig.4), la prima tra il 1511-1512 e la seconda tra il 1513-1515, che si distinguono per la presenza o meno della cosiddetta "felcetta", una conifera visibile all'estrema destra dello sfondo.

BIBLIOGRAFIA E RIFERIMENTI
1- SETTEMUSE.IT Link (accesso Aprile 2012)
2- LOMBARDIA BENI CULTURALI Link (accesso Aprile 2012)
3- TRECCANI.IT Link (accesso Aprile 2012)
--- Il testo e le immagini sono tratte da: BRUNO LEONI - Duos Pontes - Ed. www.ilmiolibro.it - © Giugno 2014