Indice articoli

B) RELAZIONE ILLUSTRATIVA

L’opera consiste in un’installazione artistica, multimediale, temporanea e completamente reversibile, inaugurata il 22 Ottobre 2009 e della durata di 1 mese circa. Una “stanza a cielo aperto” di forma rettangolare, costruita sulla estremità Ovest dell’Isola Tiberina e costituita da 4 ampie pareti alte circa 5m, larghe 1m e lunghe rispettivamente 25,6m e 13,8m sulle quali far avvenire delle proiezioni di immagini in sequenza e filmati.
La struttura interamente realizzata in legno è progettata per essere facilmente montata e smontata (in caso di alluvione) ed è costituita da telai reticolari, alti 5m e larghi 1m, posizionati ortogonalmente alle pareti della “stanza” e a distanza di 1,22m l’uno dall’altro. Tali telai sono uniti, sia internamente che esternamente, da elementi strutturali secondari e da pannelli di chiusura di legno multistrato marino delle dimensioni tipo 2,5×1,22m.
La regolarità della struttura è interrotta da aperture di dimensione varie, delle vere e proprie finestre con posizione apparentemente casuale, che consentono alle immagini proiettate all’interno di apparire ed essere visibili anche all’esterno. Le pareti interne sono opportunamente trattate per garantire un’altissima restituzione visiva delle immagini proiettate, mentre quelle esterne sono intonacate, rasate e dipinte di colore chiaro. Il tutto si raccorda al suolo attraverso uno “scuretto” arretrato che consente di risolvere visivamente le irregolarità della pavimentazione esistente e la pendenza per lo smaltimento delle acque meteoriche. Tra la parete interne e quella esterna, all’interno dei “muri”, sono posizionati nella parte alta i proiettori e nella parte bassa gli altoparlanti e dei grandi serbatoi d’acqua. Questi ultimi sono appositamente calcolati e dimensionati per vincolare in modo totalmente reversibile la struttura al terreno e contrastarne il ribaltamento delle ampie pareti.
L’installazione è pensata per poter essere fruita al suo interno entrando attraverso due ampie aperture posizionate nei lati corti oppure camminando al suo esterno e guardando le immagini che escono dalle finestre o ancora da molteplici punti di vista dell’immediato contesto. Un concetto quasi barocco ed effimero di spazio pubblico, teatro di eventi, che consente molteplici punti di vista dal quale guardare e fruire dello spettacolo urbano.
Di seguito si riporta la descrizione dell’artista ed ideatore dell’opera che racconta l’esperienza che si intende offrire agli utenti e alla città:
“L’installazione artistica proposta è un’installazione multimediale che si appoggia sul lato Ovest dell’Isola Tiberina. E’ una struttura architettonica autonoma, che si accende la sera con immagini in movimento che possono essere viste da molteplici punti privilegiati sia al suo interno che all’esterno. Immagina di camminare su Ponte Fabricio, quando arriva la luce del crepuscolo. Quando attraversi il ponte, ti accorgi di un lento e animato flusso di luce emanato da una grande struttura bianca, dal design rigorosamente moderno e minimale. Una sorta di edificio dalla forma rettangolare che appare in completo contrasto con l’antica città organica che lo circonda. Quando ti avvicini e fissi il tuo sguardo ti accorgi che la struttura surreale e bianca effettivamente splende, irradiando luce dal suo interno. Delle forme pulite e rettangolari che rassomigliano a delle finestre sono state sottratte dalla austera struttura e riempite con immagini in movimento. Ti accorgerai che manca il tetto e gigantesche immagini si possono scorgere all’interno, mentre ti avvicini da alcuni punti privilegiati. La struttura dall’aspetto moderno all’esterno è virtualmente viva al suo interno: scene di films, immagini, storie, sequenze vengono fuori con un’energia imprevedibile. Ciò che vedi ti attira e ti fa avvicinare. La struttura viene fuori dall’isola. Le immagini si sincronizzano e giocano attorno ad una costellazione di schermi, immagini che possono essere viste anche dall’esterno attraverso le finestre, immagini che si presentano come una storia frammentata ma coesa. Quando entri nella struttura ti trovi immerso nelle immagini sincronizzate che giocano tra loro all’interno, ti portano dentro l’installazione stessa e dentro un esperienza unica. Una volta al suo interno, le finestre non sono più visibili e tu sei completamente assorbito dalla luce delle immagini che riempono interamente le pareti e si muovono intorno a te sotto un cielo aperto e notturno.
Doug Aitken, Rome 2009".